“NON CREDERETE A QUELLO CHE HANNO DETTO” ovvero: Come un vecchio meme!

DaveVomitMacC’era un vecchio meme che recitava “Non è che internet rende stupidi, semplicemente rende la stupidità altrui più accessibile” più o meno. Ovviamente anche la propria stupidità diventa più accessibile e di conseguenza siamo/sono in dovere di estrinsecarla il più possibile.

Tutti hanno una loro identità virtuale che aderisce più o meno all’essere umano che le sta dietro. Ma dentro l’essere umano alla fine che cosa c’è? A volte ho l’impressione di scontrarmi con dei cumuli di superficiali vuotezze che ambiscono al calore della notorietà di una quindicina di like. Per cui vale bene una foto di un culo, l’ultima pasta al forno oppure una foto di bambini. Ho scoperto, facendo una breve analisi comparativa, che in realtà le foto dei vecchi, corredati di proverbi popolari in commento, fanno più like dei bambini; ma meno dei gatti. Viviamo di questo.

Le notizie? Contano solo se sono corredate dell’immancabile titolo “NON IMMAGINERETE MAI COSA SUCCEDE IN QUESTO VIDEO”. Alla fine leggere implica fatica, farsi un opinione implica doppia fatica, incastrare le parole per farne opinione da divulgare è una fatica al cubo. Risultato finale: cazzate a valanga!

Se prima si diceva “morto un papa se ne fa un altro” ora non è più così perché morto un papa se ne fa un hashtag da paura e ti trovi arricchito di una decina di follower in più. Sono triste perché probabilmente sono anche io così. Solo che, a quanto pare, ho la capacità di rendermene conto. Vorrei proprio essere uno di quelli che si fa i selfie e riesce a sorridere ad una fotocamera, a fare la faccia simpatica. Io li invidio ma non ci riesco a sorridere ad un cristallo dentro un pezzo di plastica solo perché “oh dai, facciamoci ‘na foto!”. Faccio fatica a meno che non stia sorridendo per davvero, per qualcosa di vero.

Internet ci ha instupidito? No, semplicemente non c’è un ente o un auctor che spinga verso una direzione preferenziale di miglioramento comune. Ognuno spara un po’ in giro finchè non ha un minimo di successo con un argomento che diventa il suo “MAIN TOPIC”. Veleggiamo nel mare delle stronzate, anzi ci affoghiamo con un discreto piacere bagnandoci in un’acqua priva di profondità di pensiero.  L’importante è la sensazionalismo del post. Poco importa che sia vero, che sia sentito.

In questo bailamme l’unico scorcio di verità sembrano essere quei commentatori incattiviti che riscuotono successo su twitter: inneggiando pomposamente al taglio della testa metaforico del personaggio sotto attacco. Esistono programmi televisivi che hanno proprio come loro apice quello di leggere commenti sotto le pagine dei rappresentanti della mediocrità popolare.

E alla fine il vortice del nulla ci prende tutti. Questo blog compreso.

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